Il valore sacro della vita umana dal suo inizio fino alla sua fine

Sono passati ormai diversi giorni da quando la Russia ha dichiarato guerra all’Ucraina: l’incubo ricorrente di molti si è materializzato oggi, quando eravamo quasi sicuri che i conflitti armati di questo tenore non si sarebbero più ripetuti, non almeno così vicino a casa nostra. Prima dell’attacco, queste ostilità ci sembravano qualcosa di lontano da noi, appartenenti a un altro mondo; purtroppo, invece, dal 24 di febbraio di questo anno la guerra fra Russia e Ucraina è scoppiata allargandosi verso i confini dell’Europa lambendo le nostre coscienze.

E ci chiediamo:
Non siamo forse tutti uguali a questo mondo?
Non sono uguali le nostre preoccupazioni per coloro che amiamo?

Tanti cuori che battono all’unisono e si riuniscono per pregare affinché tutto questo finisca.

Non analizzerò i motivi politici di questa scelta, non interessano né a me né a coloro con qualcuno di caro ancora bloccato in Ucraina.

La guerra è sbagliata in qualsiasi forma, per qualsiasi motivo, SEMPRE!

Chi può decidere della vita e della morte di una persona, di un popolo, di una Nazione?
Come si può troncare una vita tanto facilmente?
Sono dell’idea che la “semplice” esistenza su questo pianeta sia già un dono immenso che non dovrebbe in alcun modo essere sprecato: la vita dovrebbe essere vissuta al massimo in ogni suo istante.

Famiglie distrutte e migliaia di morti per difendere la propria patria dall’invasione straniera: un popolo che fugge dalla propria terra, abbandonando là parte del proprio cuore e lasciando, forse per sempre, affetti e case rase al suolo dai bombardamenti; che cerca di varcare i confini in condizioni anche estreme; allo stesso tempo, tutti gli uomini in grado di combattere, giovanissimi o padri di famiglia che siano, preferiscono rimanere in Ucraina abbandonando i loro cari. E, nel contempo, tantissimi ucraini vivono l’invasione della loro terra natia da lontano, anche qui in Italia, senza poter fare nulla.

E noi?

Possiamo solo immaginare il dolore che si prova nel vedersi portare via parte della propria storia, dei propri ricordi e di tutto quello che ha formato “la persona”.
Madri straziate nel sapere i loro figli chiamati alle armi, con scarse, se non assenti, notizie e senza sapere se la chiamata della sera prima sarà l’ultima.
Persone malate e senza cure, abbandonate al loro triste destino… anche bambini, in quanto le strutture sanitarie a Kiev e nelle altre città ucraine sono paralizzate o al collasso.
È una situazione ai limiti dell’immaginazione: tremenda, sanguinaria e ricolma di dolore.

Il voler tornare indietro nella storia, ristabilendo i confini dell’ex Unione Sovietica, rappresenta una malsana sete di potere, una delle caratteristiche tossiche classiche di chi è dipendente da quello che il Metodo del Senso di Sé chiama Senso di Sé sostitutivo. Questi soggetti non sono in contatto con la loro personalità: non c’è nessuna connessione cosmica, nessuna profondità spirituale; c’è soltanto una mania di grandezza che ha preso il sopravvento su tutto. Ciò riflette una povertà spirituale, un modo di nascondere il proprio Senso di Sé assente.

Costruire un Sano Senso di Sé non è solo un modo per ristabilire il proprio benessere, ma anche uno strumento contro la guerra. Invadere un paese è come invadere una persona, come violentarla e, a chi possiede un Sano Senso di Sé non passa nemmeno lontanamente per la testa di poter compiere atrocità simili.

Credo con tutta me stessa che la vita vada rispettata in tutte le sue forme.

Il mio cuore si unisce e sostiene tutti coloro che stanno soffrendo in questo triste momento;
con la speranza che questo incubo finisca al più presto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ringraziamo per le immagini: Ehmitrich e Sunguk-kim.

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